Monday, July 13, 2009

ITTO KUETANI scultore, "sacerdote" e poeta del marmo.

Itto KUETANI scultore giapponese, “sacerdote" e poeta del marmo. Linee dinamiche delle forme levigate e della “Via trasparente” per il cammino interiore. Kuetani è artista di fama internazionale che elabora e realizza opere che donano tranquillità e serenità. Scultore della pietra nel rito di passaggio per trascendere il simbolo e la materia e condurci ad una elevazione spirituale. Una stimolazione mentale. Strutture in cui l’interno e l’esterno si compenetrano, come nelle superfici dei nastri-anelli di Möbius. Invito per l’occhio alla visitazione-congiunzione continua tra linee dell’ornato e superfici di rimando, tra giuochi interno-esterno delle superfici, tra pensieri di interiorità ed esteriorità, tra spiritualità e materia.
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di Ettore Mosciàno





(Doppio Clic sulle immagini per ingrandirle. Vedere gli orari. Esposizioni dal 30 aprile al 31 ottobre 2009).



A cura della Fondazione Italia Giappone e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia e del Comune di Roma, dell’Ambasciata del Giappone in Italia, del Parco Regionale dell’Appia Antica e sponsor vari, un allestimento in diversi luoghi di Roma di significative opere dello scultore giapponese Itto Kuetani. Una esposizione irripetibile, da non mancare (dal 30 aprile al 31 ottobre 2009).

Le numerose sculture, di altezza tra il metro ed i sette metri, di marmi diversi, ma soprattutto il bianco di Carrara, sono state volutamente disposte dall’autore in tre luoghi storici particolari della Roma imperiale:

- Sull’Appia Antica, nel territorio interno alla Villa dei Quintili, le sculture sono state disposte all’aperto a distanza di centinaia di metri una dall’altra, spesso con raffronti in lontananza prospettica tra queste opere nuove e resti di edifici della classicità; attraverso le parti vuote di alcune sculture di Kuetani è possibile, mettendosi in giusta posizione frontale, vedere similari forme dei resti delle costruzioni della Roma imperiale; “inquadrature” si direbbero, come dall’occhio di una macchina fotografica; volontà di “ripresa di un discorso antico”; sicuramente una studiata associazione voluta da Itto Kuetani, cultore e analista della storia romana.

Le sculture di Itto Kuetani alla Villa dei Quintili sull'Appia, a Roma. In alto, a sin. "Porta della Serenità", a destra "Un fiore tra Terra e Cielo", "Arco del Cielo", "Cuore e Spirito", e la stele a sin. "Rispetto".


L'opera "Cuore e Spirito" di Itto Kuetani. "Inquadratura" sui resti della Villa dei Quintili. Notare l'ondulato in basso sulla scultura e il movimento dell'assieme.


"Porta dell'atarassia" alla Villa dei Quintili, a Roma. Prospettiva sui resti della Villa dei Quintili.


Monumentalità e architetture tra terra e cielo, ampi spazi, archi, portici, luoghi termali, acque di scorrimento, luoghi del convivio della classicità romana “richiamati in vita” dalle sculture nuove di Itto Kuetani. Vita associativa e particolari ambienti hanno accompagnato un periodo aureo della storia dell’uomo. Kuetani pone in ambiente le sue sculture dinamiche e vuole familiarizzare con i resti delle edificazioni, con gioia, giuoco, elevazione spirituale. Sono masse in pietra quelle di Kuetani, ma "conducono" a pensieri profondi e sottili; sono trasporto di flussi di linee e forme simili a onde, per ricordare acque d’area e civiltà mediterranea, congiunzioni possibili tra mari, tra culture, Occidente ed Oriente, per vie d'acqua.


"Porta della serenità" e, in basso, "Porta del Vento" alla Villa dei Quintili.



- Altra sede è quella del Mausoleo di Cecilia Metella, anch’esso sull’Appia Antica, ma luogo della memoria e del rispetto, della sepoltura. Le sculture di Kuetani, anche qui, sono masse scavate, con vuoti nella zona centrale, che hanno forma anelloidale e oblunga, senza figurazione, e sono mescolate ai capitelli, ai cippi, alle urne e alle are funerarie. Le forme scultoree "si rivelano" nel loro modo di essere appoggiate sulla base; sono adagiate, "distese" su "cuscini di pietra" e su are, altari. Sono nel "Rispetto", come dai titoli dati da Kuetani.


Le opere di Itto Kuetani al Mausoleo di Cecilia Metella. In alto, "Anemos" e "Vento del Cielo". Nel mezzo "Rispetto", in marmo nero belga; in basso, entrambe le opere "Rispetto", in marmo bianco Carrara e travertino rosso.

Due sculture "Rispetto" di Itto Kuetani tra reperti antichi nel Mausoleo di Cecilia Metella.





- Terzo itinerario del dislocamento è il Museo della Civiltà Romana a Palazzo Massimo, nei pressi dove ora sorge la Stazione Termini di Roma, antica zona delle Terme di Diocleziano; qui le sculture di Itto Kuetani sono due, poste all'aperto nel cortile interno. La prima "Rispetto", composta da due steli affiancati, entrambi in granito nero africano, che mostrano una loro "faccia" levigata e lucida e il loro dorso sbozzato e grezzo, con spigolosità nette e punte mozzate. L'altra scultura "Arco del Sole" "ripropone" modernamente le arcate presenti già nel cortile. Anche qui opere che richiamano luoghi dell'aria, della luce e della memoria. Tra gli archi del colonnato e nei corridoi figurazioni e memorie nelle statue antiche.

Le opere di Itto Kuetani "Arco del Sole" e, in basso, "Rispetto", al Museo della Civiltà Romana.



In aggiunta a questi tre luoghi storici, la Fondazione Roma Museo, uno tra gli sponsor dell’iniziativa, ospita fino al 13 settembre 2009 una scultura di Itto Kuetani all’interno della mostra “Hiroshige, il Maestro della natura” (in Via del Corso 320, Roma); si tratta dell'opera "Anemos-Vento del Cielo", in marmo bianco di Carrara, che si presenta in tutta la sua fluttuanza: forma estetica in movimento, del vento e delle onde, di due marmi sovrapposti posizionati tra loro con rotazione orizzontale diseguale, in un giuoco di sinuosità dal basso verso l'alto. Dinamicità estesa esteticamente a tutte le linee dell'assieme, e che cresce dal basso verso l'alto.

Altre opere di Kuetani si possono ammirare presso la "Galleria “Doozo(Via Palermo 51, Roma) e all’Eurogarden (Viale delle Terme di Caracalla 70, Roma).


In Italia, Itto Kuetani risiede da circa 40 anni. E’ nato a Kozan, nei pressi Hiroshima, nel 1942. Entrato nella Facoltà di scultura dell'Accademia Nazionale di Roma, nel 1969, ha studiato con lo scultore Pericle Fazzini, di cui è stato anche assistente. Le sue tantissime opere sono collocate soprattutto ad Hiroshima, e cittadine nelle vicinanze, a Tokio, Nagano, Barcellona, Berlino, a Marino e Minori in Italia. La luce della pietra di Carrara ha “stregato” lo scultore giapponese amante dell’Italia e della sua storia.

Tra le opere di Itto Kuetani, qui, a Roma, sono esposte maxi-foto di un suo capolavoro realizzato nei pressi di Hiroshima. Sono visioni fotografiche straordinarie delle opere concepite e realizzate da questo grande artista. Una immensa serie di costruzioni in marmo bianco di Carrara. Si tratta, per chi ancora non lo sapesse, della realizzazione del complesso monumentale “Colle della Speranza” o Museo Kosanji. Notevole dal punto di vista paesaggistico e architettonico, oltre che artistico, l’opera, tutta in blocchi lavorati di marmo bianco di Carrara e granito, gli è stata commissionata dall’uomo d’affari giapponese Kozo Kosanji che in quel luogo aveva fatto erigere un tempio, negli anni Trenta, di architettura giapponese tradizionale, contenente la tomba della madre. L’ampliamento recente dell’area, con l’intervento di Itto Kuetani, ingloba il vecchio Tempio ed un Museo che ospita la collezione d’arte raccolta dalla defunta nell’arco della sua vita.
Più di quindici anni di lavoro, con marmo trasportato dall’Italia.



Veduta del "Colle della Speranza", opera in marmo bianco realizzata da Itto Kuetani nei pressi di Hiroshima, Giappone.

La sommità del "Colle della Speranza", di Itto Kuetani.



Alcune vedute del "Colle della Speranza".





Ora il “Colle della Speranza” è una immensa acropoli su un'area di 5.000 metri quadri. Un gioiello della luce, un segno di pace e tranquillità per tutti i popoli. Visione d’un paesaggio collinare incredibile, avveniristica, con giardini, scalinate, mura perimetrali, terrazze, aree di accoglienza, singolari figurazioni scultoree al vertice del colle che si stagliano nell’azzurro e puntano al cielo. Plastico e maxi-foto dell’opera realizzata sono esposti presso il Mausoleo di Cecilia Metella (le splendide foto sono di Masahiko Tanaka).

Il “Colle della Speranza” è una costruzione di grande impatto e originalità. Anche in questa grande opera Itto Kuetani indica la possibilità di congiunzione-comunità tra Occidente e Oriente, tra Mar Mediterraneo e Mare di Setonaikai.
La costruzione si accompagna e si inserisce tra le suggestive colline naturali del luogo e delle montagne, della vegetazione, ed aggiunge luce, e cambia luce, nelle diverse ore del giorno, riflettendosi nel panorama circostante e riflettendone i colori. Essa chiama il nostro spirito e lo invita alla bellezza, alla meraviglia, alla riflessione sulla capacità dell’uomo, dell’artista che lavora all’interno della Natura con rispetto, inserendo in essa elementi innovativi di forte valenza estetica e culturale, forme visibili di alta creatività, itinerari di immaginazione. Una suggestione fortissima, provata già a distanza, attraverso le fotografie. La collina è stata completata nell’ottobre del 2000. Il "Colle della Speranza" ("The Miraishin no Oka") ha vinto il primo premio nella Competizione Internazionale "Marble Architectural Awards 2005".


Altre vedute del "Colle della Speranza", opera di Itto Kuetani, presso Hiroshima.







A Roma, nelle opere di Itto Kuetani abbiamo visto attraversamenti, passaggi, aperture prodotte e modellate nel marmo. Quasi tutte grandi masse scolpite di pietra bianca che raggiungono anche i 6-7 metri di altezza; altre sculture in granito nero africano e marmo nero belga, granito e travertino rosso, marmo bardiglio (color bigio o azzurro cenere).

Scavare e perforare la pietra, soprattutto smussarla dalle asperità, dalle spigolosità, ondularla, farla muovere verso un destino metafisico, forme che riescano a coniugare materia, spazio ambientale e riflessione, meditazione interiore.
Sono solo e semplicemente sculture ambientali, di dialogo con particolari e significativi antichi luoghi della Roma imperiale, a millenni di distanza? Perché il desiderio in Kuetani di tutto questo? Perché dialogare con un passato così remoto, con i luoghi e i simboli, le costruzioni, i reperti museali provenienti dall’antico impero romano?

Itto Kuetani non ha bisogno di dare figura statuaria ed identità fisiognomiche, usare scritture e archi trionfali per la gloria di particolari personaggi storici. Nell’accostamento delle sue opere con quelle del passato, Itto Kuetani “sacralizza” i luoghi della storia, è “sacerdote” di ritrovamento e riscoperta. Kuetani compie “il rito sacrale” di rimettere la contemporaneità dei viventi e dell’opera d’arte nei luoghi della cultura più marcata e sentita storicamente. Vuole continuare la umanizzazione della storia e dei suoi personaggi, ma vuole anche sublimare i concetti con l’intento di indicare ideali astratti di trascendenza: tutti gli uomini possono raggiungere una “gloria interiore” attraverso la meditazione, l’arte, la serenità e la bellezza. Glorificazione del sé, filosofia orientale dello zen? Un nirvana?


Itto Kuetani



Gli archi trionfali dell’Età Imperiale, i portici degli edifici, i luoghi termali, le vasche di raccolta delle acque piovane e la luce del sole, nei giuochi delle costruzioni antiche, diventano oggi con Itto Kuetani sculture dell’agire umano universale, del rapporto dell’uomo con l’ambiente e con gli elementi primari della natura. Riflessioni, ricongiunzioni, passaggi che vogliono la sublimazione della materia, spiegata anche con la levigatezza e la bianchezza del marmo. Attraversamenti della materia- marmo e perforazioni, le volontà espresse da Kuetani. Egli tende sempre a togliere le asperità della pietra perché si possa dialogare con le forme, seguirle. Le opere portano titoli eloquenti: “Porta dell’Atarassia”, “Porta della Serenità”, “Cuore e Spirito”, “Un fiore tra Terra e Cielo”, “Arco del Cielo”, “Porta del Vento”, “Rispetto”.

In alcune di esse si ha voglia di salire gli appena accennati gradini in basso, sedersi, toccare queste specie di onde, entrare negli ampi spazi forati. Astrazioni per accomodamenti mentali: gradini, salite, onde, linee rappresentate di movimento, simboli tutti di un cammino, di un muoversi ed andare, cercare, quando ci si invita ad un viaggio interiore.
Nell’opera “Un fiore tra Terra e Cielo”, un calice alto raccoglitore di luce, bacino e fiore del paesaggio, fontana che distribuisce sinuosità e curve del fluire dell’acqua. Un assieme incredibile di sensazioni estetiche e volontà di coniugarsi, apprendere molto ancora tra questi suggerimenti di Kuetani in forme estetiche nuove.


"Un fiore tra Terra e Cielo" di Itto Kuetani alla Villa dei Quintili, Roma 2009. Un raffronto tra antico e nuovo.



Cippi e steli antichi, urne e are funerarie, nel Mausoleo di Cecilia Metella, in zona di una vasta antica necropoli sulla Via Appia, ai quali Itto Kuetani ha affiancato le sue opere levigate in marmo bianco, bigio-bardiglio e travertino rosso, chiamate “Anemos”, “Vento del Cielo”, “Rispetto”. Il riposo dopo la morte, la sepoltura e il cippo hanno sacralità duratura, in culture dell’Oriente e dell’Occidente. Kuetani regola le sue forme scultoree in linee armoniose, qui allungate verso l’alto, sempre in un movimento di compenetrazione esterno-interno della materia lavorata, materia anche qui scavata e aperta che offre passaggio, itinerario del pensiero, rimembranza, meditazione.

Più che sculture "ambientali", le opere di Itto Kuetani sono "ambientate" (almeno in questa occasione, e la cosa ha la sua differenza). Esse hanno particolare dislocazione, ma con letture e significati che vanno oltre il posizionamento in particolari luoghi. Io credo sia una metafisica della materia e della forma estetica che supera la terrestrità. Etica ed estetica coniugate dalla cultura e dall'amore verso tutti gli elementi della natura, in forme nuove. Kuetani gioisce , come si è scritto, nel vedere i bambini che giuocano tra e sulle sue sculture. Io dico che vi è del sacro anche in questi aspetti di vita della fanciullezza e dell'innocenza, della serenità infantile, del giuoco e dell'armonia. Le forme estetiche di Kuetani "carezzano" e caratterizzano il giuoco e l'armonia estetica, ma trasportano il pensiero degli adulti sulle "onde" della metafisica, oltre la storia umana, oltre ciò che è contingente.

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